“dialoghi a Scuola”
Gorizia, Polo liceale (per gli studenti)
Con le autrici dialogano gli studenti del Polo Liceale di Gorizia
Giovedì 10 ottobre
Le ragazze di via Rivoluzione Dal Pakistan all’Egitto un viaggio nella libertà delle donne. di Viviana Mazza
L’amore impossibile tra Rima e Nael, lei cristiana e lui musulmano, nella Damasco divisa dalla guerra. La rabbia di Razia, medico in un ospedale nel Sud del Pakistan, che opera pazienti sfregiate dagli uomini. L’arresto di Eman, che nel suo blog ha difeso per anni i diritti delle donne saudite, messa a tacere proprio quando la monarchia concede loro di guidare l’auto. Il gesto indimenticabile di Vida, la ragazza che in via Enghelab, via della Rivoluzione, a Teheran, si toglie il velo bianco e lo sventola come una bandiera: non per la resa, ma per la guerra. Le donne di questi Paesi sono spesso descritte come vittime, ma sono tra i principali agenti di cambiamento nelle loro società, e non si battono solo contro le discriminazioni di genere. Ormai sono in tante le insegnanti, imprenditrici, avvocate, atlete, blogger, attiviste, decise a conquistare insieme agli uomini una libertà che non è per forza uguale a quella del «mondo occidentale». La loro sfida tocca i nervi scoperti del nostro tempo: le relazioni tra i sessi, la morale religiosa, i ruoli nella famiglia e nel lavoro. Viviana Mazza dà spazio a questa pluralità di voci in un grande reportage che ci porta nel cuore degli eventi, a tu per tu con le protagoniste, sui fronti aperti di uno scontro che non è tra femminile e maschile ma tra mutamento e tradizionalismo, tra giustizia e ingiustizia. Un racconto personale e corale che prosegue ogni giorno, anche nelle nostre città. Solferino, 2019
Viviana Mazza è giornalista del «Corriere della Sera» nella redazione esteri e autrice di libri per ragazzi, tra cui il bestseller Storia di Malala (Mondadori 2013). La storia di Mandela raccontata ai bambini, Mondadori 2016; Guerrieri di sogni. Storie e paesi che dovresti conoscere, Mondadori 2018; Greta. La ragazza che sta cambiando il mondo, Mondadori 2019
Giovedì 24 ottobre
L'età straniera di Marina Mander
(semifinalista Premio Strega 2019)
Leo non studia molto, ma è bravo a scuola. Non fuma tanto, ma un po’ d’erba sì. Ha una madre, Margherita, che lavora come assistente sociale e un padre che è stato matematico, è stato intelligente, è stato vivo l’ultima volta nel mare e poi è scomparso tra le onde con il pigiama e le ciabatte. Leo odia i pigiami, le ciabatte e non si fida più del mare, forse di nessuno. Odia tutte le cose fino a quando nella sua vita non arriva Florin, un ragazzino rumeno che non studia, non ha una casa, non ha madre né padre – o magari sì ma non ci sono – e si prostituisce. Florin si prostituisce e la madre di Leo decide di ospitarlo, sistemandolo nella camera del figlio, perché l’appartamento è piccolo e perché «forse potete farvi bene l’un l’altro». Leo che non ha mai fatto l’amore con nessuno e Florin che fa l’amore con tutti condividono la stessa stanza. Leo pensa di odiare Florin, che comunque è meglio di una cosa, è vivo. Leo è tutto cervello e Florin è tutto corpo: questo pensa Leo, che racconta la storia. La “scimmia” lo chiama, come una delle tre scimmiette: Iwazaru, quella che non parla. In realtà entrambi i ragazzi sono ancora forti di una fragile interezza, perché sono adolescenti e hanno ferite profonde ma corpi e sentimenti giovani. Comincia così, tutta storta, l’avventura del loro viaggio a occidente, fra estraneità e appartenenza: mistico per Leo – in continuo contatto con un tribunale immaginario che cerca di convincerlo di avere ucciso il padre – e fisico per Florin – in balia di uomini violenti in un mondo più violento ancora. Scritto in una lingua immaginifica e ironica, intelligente e musicale, L’età straniera racconta un mondo vocale: è nelle voci che questa storia e tutte le storie si sviluppano – le parole di Florin che mancano, quelle in cui Leo si rifugia. Marsilio, 2019
Marina Mander scrittrice triestina, vive a Milano. Tra le sue opere di narrativa: Ipocondria fantastica (Editori associati – Transeuropa 2000, et al. 2012), Catalogo degli addii (et al. 2010), La prima vera bugia (et al. 2011, di prossima ripubblicazione presso Marsilio), tradotto in diversi paesi europei e negli Stati Uniti, Nessundorma (Mondadori 2013, finalista al Premio Rapallo-Carige), Il potere del miao. I gatti che mi hanno cambiato la vita (Mondadori 2015). Ha scritto per Il Piccolo, Vanity Fair e The New York Times.
Giovedì 28 novembre
La straniera La nave di Teseo, 2019
Claudia Durastanti (finalista Premio Strega 2019)
“La storia di una famiglia somiglia più a una cartina topografica che a un romanzo, e una biografia è la somma di tutte le ere geologiche che hai attraversato”. Come si racconta una vita se non esplorandone i luoghi simbolici e geografici, ricostruendo una mappa di sé e del mondo vissuto? Tra la Basilicata e Brooklyn, da Roma a Londra, dall’infanzia al futuro, il nuovo libro dell’autrice di Cleopatra va in prigione è un’avventura che unisce vecchie e nuove migrazioni. Figlia di due genitori sordi che al senso di isolamento oppongono un rapporto passionale e iroso, emigrata in un paesino lucano da New York ancora bambina per farvi ritorno periodicamente, la protagonista della Straniera vive un’infanzia febbrile, fragile eppure capace, come una pianta ostinata, di generare radici ovunque. La bambina divenuta adulta non smette di disegnare ancora nuove rotte migratorie: per studio, per emancipazione, per irrimediabile amore. Per intenzione o per destino, perlustra la memoria e ne asseconda gli smottamenti e le oscurità. Non solo memoir, non solo romanzo, in questo libro dalla definizione mobile come un paesaggio e con un linguaggio così ampio da contenere la geografia e il tempo, Claudia Durastanti indaga il sentirsi sempre stranieri e ubiqui.
La straniera è il racconto di un’educazione sentimentale contemporanea, disorientata da un passato magnetico e incontenibile, dalla cognizione della diversità fisica e di distinzioni sociali irriducibili, e dimostra che la storia di una famiglia, delle sue voci e delle sue traiettorie, è prima di tutto una storia del corpo e delle parole, in cui, a un certo punto, misurare la distanza da casa diventa impossibile.
Claudia Durastanti (Brooklyn, 1984) è scrittrice e traduttrice. Il suo romanzo d’esordio Un giorno verrò a lanciare sassi alla tua finestra (Marsilio 2010) ha vinto il Premio Mondello Giovani; ha pubblicato A Chloe, per le ragioni sbagliate (Marsilio 2013), Cleopatra va in prigione (Minimum Fax 2016), in corso di traduzione in Inghilterra e in Israele. È stata “Italian Fellow” in Literature all’American Academy di Roma. è ̀ tra i fondatori del “Festival of Italian Literature” in London. Collabora con “la Repubblica” e vive a Londra.
Gorizia, Polo liceale (per gli studenti)
Con le autrici dialogano gli studenti del Polo Liceale di Gorizia
Giovedì 10 ottobre
Le ragazze di via Rivoluzione Dal Pakistan all’Egitto un viaggio nella libertà delle donne. di Viviana Mazza
L’amore impossibile tra Rima e Nael, lei cristiana e lui musulmano, nella Damasco divisa dalla guerra. La rabbia di Razia, medico in un ospedale nel Sud del Pakistan, che opera pazienti sfregiate dagli uomini. L’arresto di Eman, che nel suo blog ha difeso per anni i diritti delle donne saudite, messa a tacere proprio quando la monarchia concede loro di guidare l’auto. Il gesto indimenticabile di Vida, la ragazza che in via Enghelab, via della Rivoluzione, a Teheran, si toglie il velo bianco e lo sventola come una bandiera: non per la resa, ma per la guerra. Le donne di questi Paesi sono spesso descritte come vittime, ma sono tra i principali agenti di cambiamento nelle loro società, e non si battono solo contro le discriminazioni di genere. Ormai sono in tante le insegnanti, imprenditrici, avvocate, atlete, blogger, attiviste, decise a conquistare insieme agli uomini una libertà che non è per forza uguale a quella del «mondo occidentale». La loro sfida tocca i nervi scoperti del nostro tempo: le relazioni tra i sessi, la morale religiosa, i ruoli nella famiglia e nel lavoro. Viviana Mazza dà spazio a questa pluralità di voci in un grande reportage che ci porta nel cuore degli eventi, a tu per tu con le protagoniste, sui fronti aperti di uno scontro che non è tra femminile e maschile ma tra mutamento e tradizionalismo, tra giustizia e ingiustizia. Un racconto personale e corale che prosegue ogni giorno, anche nelle nostre città. Solferino, 2019
Viviana Mazza è giornalista del «Corriere della Sera» nella redazione esteri e autrice di libri per ragazzi, tra cui il bestseller Storia di Malala (Mondadori 2013). La storia di Mandela raccontata ai bambini, Mondadori 2016; Guerrieri di sogni. Storie e paesi che dovresti conoscere, Mondadori 2018; Greta. La ragazza che sta cambiando il mondo, Mondadori 2019
Giovedì 24 ottobre
L'età straniera di Marina Mander
(semifinalista Premio Strega 2019)
Leo non studia molto, ma è bravo a scuola. Non fuma tanto, ma un po’ d’erba sì. Ha una madre, Margherita, che lavora come assistente sociale e un padre che è stato matematico, è stato intelligente, è stato vivo l’ultima volta nel mare e poi è scomparso tra le onde con il pigiama e le ciabatte. Leo odia i pigiami, le ciabatte e non si fida più del mare, forse di nessuno. Odia tutte le cose fino a quando nella sua vita non arriva Florin, un ragazzino rumeno che non studia, non ha una casa, non ha madre né padre – o magari sì ma non ci sono – e si prostituisce. Florin si prostituisce e la madre di Leo decide di ospitarlo, sistemandolo nella camera del figlio, perché l’appartamento è piccolo e perché «forse potete farvi bene l’un l’altro». Leo che non ha mai fatto l’amore con nessuno e Florin che fa l’amore con tutti condividono la stessa stanza. Leo pensa di odiare Florin, che comunque è meglio di una cosa, è vivo. Leo è tutto cervello e Florin è tutto corpo: questo pensa Leo, che racconta la storia. La “scimmia” lo chiama, come una delle tre scimmiette: Iwazaru, quella che non parla. In realtà entrambi i ragazzi sono ancora forti di una fragile interezza, perché sono adolescenti e hanno ferite profonde ma corpi e sentimenti giovani. Comincia così, tutta storta, l’avventura del loro viaggio a occidente, fra estraneità e appartenenza: mistico per Leo – in continuo contatto con un tribunale immaginario che cerca di convincerlo di avere ucciso il padre – e fisico per Florin – in balia di uomini violenti in un mondo più violento ancora. Scritto in una lingua immaginifica e ironica, intelligente e musicale, L’età straniera racconta un mondo vocale: è nelle voci che questa storia e tutte le storie si sviluppano – le parole di Florin che mancano, quelle in cui Leo si rifugia. Marsilio, 2019
Marina Mander scrittrice triestina, vive a Milano. Tra le sue opere di narrativa: Ipocondria fantastica (Editori associati – Transeuropa 2000, et al. 2012), Catalogo degli addii (et al. 2010), La prima vera bugia (et al. 2011, di prossima ripubblicazione presso Marsilio), tradotto in diversi paesi europei e negli Stati Uniti, Nessundorma (Mondadori 2013, finalista al Premio Rapallo-Carige), Il potere del miao. I gatti che mi hanno cambiato la vita (Mondadori 2015). Ha scritto per Il Piccolo, Vanity Fair e The New York Times.
Giovedì 28 novembre
La straniera La nave di Teseo, 2019
Claudia Durastanti (finalista Premio Strega 2019)
“La storia di una famiglia somiglia più a una cartina topografica che a un romanzo, e una biografia è la somma di tutte le ere geologiche che hai attraversato”. Come si racconta una vita se non esplorandone i luoghi simbolici e geografici, ricostruendo una mappa di sé e del mondo vissuto? Tra la Basilicata e Brooklyn, da Roma a Londra, dall’infanzia al futuro, il nuovo libro dell’autrice di Cleopatra va in prigione è un’avventura che unisce vecchie e nuove migrazioni. Figlia di due genitori sordi che al senso di isolamento oppongono un rapporto passionale e iroso, emigrata in un paesino lucano da New York ancora bambina per farvi ritorno periodicamente, la protagonista della Straniera vive un’infanzia febbrile, fragile eppure capace, come una pianta ostinata, di generare radici ovunque. La bambina divenuta adulta non smette di disegnare ancora nuove rotte migratorie: per studio, per emancipazione, per irrimediabile amore. Per intenzione o per destino, perlustra la memoria e ne asseconda gli smottamenti e le oscurità. Non solo memoir, non solo romanzo, in questo libro dalla definizione mobile come un paesaggio e con un linguaggio così ampio da contenere la geografia e il tempo, Claudia Durastanti indaga il sentirsi sempre stranieri e ubiqui.
La straniera è il racconto di un’educazione sentimentale contemporanea, disorientata da un passato magnetico e incontenibile, dalla cognizione della diversità fisica e di distinzioni sociali irriducibili, e dimostra che la storia di una famiglia, delle sue voci e delle sue traiettorie, è prima di tutto una storia del corpo e delle parole, in cui, a un certo punto, misurare la distanza da casa diventa impossibile.
Claudia Durastanti (Brooklyn, 1984) è scrittrice e traduttrice. Il suo romanzo d’esordio Un giorno verrò a lanciare sassi alla tua finestra (Marsilio 2010) ha vinto il Premio Mondello Giovani; ha pubblicato A Chloe, per le ragioni sbagliate (Marsilio 2013), Cleopatra va in prigione (Minimum Fax 2016), in corso di traduzione in Inghilterra e in Israele. È stata “Italian Fellow” in Literature all’American Academy di Roma. è ̀ tra i fondatori del “Festival of Italian Literature” in London. Collabora con “la Repubblica” e vive a Londra.